Insegnando si impara

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Si parla spesso di meritocrazia. Se ne parla tanto e ci si riempie la bocca specie quando si parla di meritocrazia a scuola. No, non sto parlando di insegnanti, custodi o dirigenti ma di alunni. Sono convinta che la meritocrazia vada coltivata fin da subito, vada insegnata fin da piccoli in modo da prenderne coscienza, capire cosa significhi e metterla in atto anche nelle piccole cose di ogni giorno. Purtroppo, se il compito di educare alla meritocrazia viene lasciato solo agli insegnanti… non si riesce ad andare molto lontano specie se a “remare contro” questo progetto di vita, ci sono proprio le famiglie. I messaggi contraddittori che arrivano così ai ragazzi, oltre a confonderli e a non far loro capire che niente si ottiene gratis ma il premio va meritato, contribuiscono solo a mettere in ridicolo chi ancora negli ideali ci crede davvero.

Ora, non solo è finito il primo quadrimestre ma sono stati anche consegnati i pagellini interperiodali e i voti parlano chiaro. Un’intera colonna di tre e di quattro, dice una cosa sola: vostro figlio ha passato sei mesi a tener compagnia alla classe e a scaldare il suo banco. Perché dunque, invece di inchiodarlo alla scrivania, privarlo dell’oggettistica a cui tiene di più (cellulare, computer, i-Pod, scooter o macchina) e togliergli la paghetta in modo che non possa uscire la sera con gli amici, lo portate una settimana su una bella isola tropicale con fidanzata al seguito? Perché gli fate pensare che la scuola sia un optional e non il suo lavoro quotidiano? Perché si può fare a meno della scuola, soprattutto senza meritarselo? Perché non siete disposti a rinunciare al piacere immediato di una vacanza a vantaggio del bene e del futuro di vostro figlio?

Il danno di certe scelte è duplice: al vagabondo, viene inviato il messaggio “Continua così che va comunque bene”, mentre a tutti i compagni che restano in classe a studiare, viene attribuito l’appellativo di “Poveri bischeri!” 



"Profe, ma un blog lei, quando lo apre?"
E allora, eccolo!
Qui si racconta cosa succede nelle mie classi, come il tutto venga vissuto da me, dai miei alunni e dai miei colleghi.
Non credo affatto che la "scuola vera" sia solo quella che sprezzantemente occupa le prime pagine dei giornali con alunni somari e maleducati, con insegnanti depressi e fannulloni, non è questa la verità! Voglio raccontare la mia.
Buona lettura a tutti.

CARPE DIEM

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