Insegnando si impara

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La biblioclastia era, un tempo, una pratica spesso promossa da autorità politiche o religiose; si svolgeva, per lo più, pubblicamente e nasceva dal rifiuto culturale, politico o religioso di quelle particolari opere o idee. Oltre alla censura che così si applicava contro chi si opponeva alle idee dei “potenti”, il rogo pubblico si imponeva come un’impresa simbolica forte e grande, un atto religioso,  politico, metaforico, simbolico. Al suo interno si evidenziava la volontà di annientamento, l’esorcismo, il rito purificatore; il fuoco che azzera, distrugge, cancella il diverso, l’altro, il nemico. All’incrocio tra religione, intolleranza, utopia, inquisizione, megalomania, censura e ignoranza, il rogo di libri è il rogo della libertà. E la paura dei libri non è che paura degli uomini liberi.

Heinrich Heine – poeta ebreo del diciannovesimo secolo – nel 1820 scrisse: “Là dove si bruciano i libri, prima o poi si bruceranno anche gli esseri umani”.

Da millenni i papiri, le pergamene e i libri continuano a raccontare agli uomini – ogni giorno – storie e poesie, piccoli eventi e grandi epopee, idee geniali e pensieri orribili, preghiere e bestemmie. E intanto ogni giorno l’odio di altri uomini continua a decidere cosa sia giusto e cosa no. I roghi non conoscono tregua: esisterà sempre un fanatismo pronto ad alimentarli. Leggendo il Ray Bradbury di Fahrenheit 451, confortiamoci con la certezza che ci sarà però sempre qualcuno, sia pure in clandestinità, a sussurrare all’orecchio di un altro uomo: “Io sono la Principessa Shahrazad. Vuoi che ti racconti?…”.

La libertà di espressione non è totale e illimitata ma circoscritta dalla legge. I principali limiti rivelano due categorie: la diffamazione e l’ingiuria da una parte e i propositi inneggianti all’odio, che somigliano decisamente ad apologia di crimini contro l’umanità, propositi antisemiti, razzisti e omofobici, dall’altra. Per questi motivi, la manifestazione di oggi, non deve essere autorizzata.

“Oggi Forza Nuova brucerà dei libri in piazza.

Hanno ragione, perché rappresentano il loro maggior pericolo.

Ogni volta che apri una scuola muore un fascista” [Saverio Tommasi]

Forza Nuova manda al rogo i libri per bambini che “inneggiano all’omosessualità”

La cosa bella nel lavorare in un ambiente costituito maggiormente da individui di sesso maschile è che per la Festa della Donna, le mimose abbondano sempre. Quando la ricorrenza non cade in un giorno lavorativo, un po’ di auguri ti mancano e le mimose scarseggiano.

Negli anni passati, ho ricevuto rametti di mimosa tenuti insieme da dello scotch da carrozziere (i meccanici), mimose rubate e messe in un vasetto itinerante da portarsi dietro di classe in classe (gli elettronici) o immagini di mimose con dediche inviate per e-mail (gli informatici).

Quest’anno gli auguri sono stati fatti via whatsapp sul gruppo di classe (gli automatici). La dedica era un messaggio vocale di gruppo fatto dai ragazzi alle due donne di classe, io e Eleonora.

Allo scoccare della mezzanotte …

“Profeeeee! E’ un po’ tardino comunque Auguri! A tutte le donne, anche all’Ele!”

E così poteva anche bastare ma siccome ci si vergogna sempre un po’ nel dimostrare i sentimenti, specialmente fra pari, i “fenomeni” hanno cominciato ironicamente a prendere in giro la compagna e le voci si sono sovrapposte in un susseguirsi di sfottò

“ … macché all’Ele!? Ma che dici? All’Ele no, via … “

Lei, angelica, con quel suo fare ingenuo li ha ringraziati senza rendersi nemmeno conto della sagacità della sua risposta:

“Grazie ❤ Auguri Profe ❤ e auguri anche a tutte le vostre mamme!”

Morale della favola: gli uomini sono birboni ma le studentesse dell’ITI sono femmine! 😀

mimosa



"Profe, ma un blog lei, quando lo apre?"
E allora, eccolo!
Qui si racconta cosa succede nelle mie classi, come il tutto venga vissuto da me, dai miei alunni e dai miei colleghi.
Non credo affatto che la "scuola vera" sia solo quella che sprezzantemente occupa le prime pagine dei giornali con alunni somari e maleducati, con insegnanti depressi e fannulloni, non è questa la verità! Voglio raccontare la mia.
Buona lettura a tutti.

CARPE DIEM

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