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IL PRESCELTO
Posted 4 ottobre 2014
on:Ogni anno, in ognuna delle mie classi, viene nominato “il prescelto”.
Questa figura ormai divenuta istituzionale, si occuperà di andare a prendere il caffè alla Profe mentre lei fa la sorveglianza alla classe durante la “pausa di socializzazione”; sì, insomma, durante la ricreazione.
Non esiste un criterio di scelta del “prescelto”. A volte capita che si offra volontariamente, altre che scenda giù al piano di sotto per propri scopi; più raramente lo identifico io se capisco a priori che l’incarico può portare una qualche gratificazione all’alunno sotto forma di investitura oppure perché lo stesso necessita di interpretare un ruolo di rilievo. Capita anche che, il tutto, venga visto come un modo per acquisire fama fra i compagni o per potenziare la personale autostima.
La difficoltà sta nel tenere a mente i miei gusti, eseguire la procedura corretta alla macchinetta del caffè per azzerare l’erogazione dello zucchero prima di premere il tasto giusto fra le decine di varietà di gusti presenti e infine riportarlo in classe preferibilmente senza che subisca danni.
La selezione del prescelto è molto dura.
Direte voi: “Che ci vorrà mai a prendere un caffè?”
Eppure … si dimenticano di togliere lo zucchero prima di pigiare il tasto desiderato, mi portano una “sbroscia” lunga pari a mezzo bicchierino di plastica, si scordano che non ci voglio il latte o che non mi piace decaffeinato.
Il caffè deve essere rigorosamente espresso, ristretto e amaro.
Stamani, per esempio, dopo avermi sottolineato che così è proprio come lo prende sua nonna (e già lì siamo partiti malissimo direi), mi sono vista arrivare un caffè a cui non era stata completamente azzerata la dose di zucchero, lungo e sciacquato come il peggior beverone americano.
Questo prescelto va assolutamente sostituito!